mercoledì 11 giugno 2014

Episodio 9: SUPERGAY - Sonia Argento


Dopo la lunga pausa dovuta all'inizio della sessione estiva di esami universitari, possiamo riprendere i nostri appuntamenti con i PCI (Piccoli Capolavori Incompresi). In particolare oggi ho deciso di regalarvi questa perla di Sonia Argento. No, purtroppo non è parente di Dario e Asia ma tranquilli: una certa dose di terrore e brividi la scatena anche lei. 


Vi avevo già accennato al rapporto morboso tra la musica anni '80 e l'omosessualità e in particolare con la parola gay che era la parola-jolly da utilizzare come valido riempitivo metrico. Questa canzone però va oltre: fonde questa ossessione a quella per la Marvel e a conclusioni di Esopiana memoria e ciò che salta fuori è qualcosa di intensamente passionale e lievemente imbarazzante. Ascoltiamo Supergay:


Già ti filo da un po’, lo sai che mi va
Che strafico che sei, chissà se ci stai
Supergay ma chi sei?
Io vorrei agganciarti, ma parli con lui
poi tieni insieme l’amico, se proprio lo vuoi
Supergay che farei…

 Ricordiamoci che sono gli anni '80 e i rapporti tra i sessi sono già passati attraverso il '68 e le rivoluzioni culturali, ora la donna può sentirsi libera di farsi cacciatrice e non preda e quando è lei ad agganciare la caccia è più spregiudicata e non fa troppa attenzione alle convenzioni dell'amore biunivoco (poi tieni insieme l'amico se proprio lo vuoi). Dal punto di vista strettamente testuale notiamo che, anche se i versi non sono sempre perfetti nelle quantità sillabiche, la struttura è quella di due endecasillabi seguiti da un settenario per la strofa mentre per il ritornello il rapporto si inverte e abbiamo due settenari seguiti da un endecasillabo. Nella strofa osserviamo l'uso insistente dei monosillabi (già, ti, da, un, po', lo, sai, che, mi, va, ma, se, lui, io ecc..) che sono funzionali ad un ritmo martellante e cadenzato.

Per amarti che farei
Per averti che farei
Per amarti un’ora sola che farei
Per averti che farei
anche il sesso cambierei
Per amarti un’ora sola Supergay

 Il ritornello monorimico si apre ad una vera e propria dichiarazione di amore e passione e abbiamo il classico topos dell'"ora sola", tanto caro ai Matia Bazar degli anni d'oro (Per un'ora d'amore), o a Francesco Renga (Un'ora in più)...forse tutto merito dell' evergreen di Umberto Bertini, Un'ora sola ti vorrei passato attraverso varie corde vocali e reso celebre dalla Vanoni e da Giorgia. E qui potrebbe partire un discorso sui falsi miti lanciati dalla musica leggera che contribuiscono alla frustrazione di quelle persone che in quell'ora hanno anche il tempo di risolvere un sudoku dopo la sigaretta o di leggere Guerra e Pace. Ad ogni modo la punta lirica dell'intero brano è quel anche il sesso cambierei che rappresenta la prova d'amore suprema. L'essere disposti a rinuciare a se stessi pur di amare l'altro.

Come inventare una scusa per parlarti un po’
fisso i tuoi occhi da gatto selvaggio e lo so
Supergay che vorrei…
oggi son tutta stravolta e rido anche un po’
sbaglio soltanto a pensarci non dirò di no
Supergay ti vorrei…
 Ora ho capito mi guardi e poi ridi con lui
e ti avvicini e mi dici che cavolo vuoi
Supergay ma chi sei?

Il corteggiamento procede tra titubanze e sguardi complici. Noi intanto immaginiamo la scena di una ragazza che fissa con fare ammiccante un ragazzo che è già in tenera compagnia e ciò non ci lascia presagire nulla di buono. Ed ecco che la disfatta amorosa si presenta in tutta la sua crudeltà: la ragazza in questione viene malamente respinta e addirittura derisa. I sogni voluttuosi di lei sono costretti a scontrarsi con le di lui preferenze: per lei pene d'amore, dunque, per lui pene e basta.

Che credevi Supergay?
Che pensavi Supergay?
Che volevo veramente Supergay?
Pensa quello che sarei!
Non sei quello che vorrei!
Vai a giocare col tuo bello Supergay!
Che pensavi Supergay?
Che credevi Supergay?
Che volevo veramente Supergay? 

Ed eccoci alla reazione di una donna respinta che nasconde le ferite che le dilaniano l'orgoglio negando questa sua passione: vai a giocare col tuo bello supergay. Non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine, ma Sonia Argento ci insegna che vale la pena rischiare soprattutto se il soggetto in questione è qualcosa che somiglia a questo: http://www.lastampa.it/2011/07/07/blogs/over-game/supergay-il-supereroe-piu-omosessuale-che-ci-sia-dB7Gpjt301fX0pD2KgbvVP/pagina.html

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